Oggi ho il piacere di intervistare l’amico Attore, Gigi Miseferi, Insignito del “Premio Vincenzo Crocitti International -Vince Award XII Edizione 2024.

Intervista:
FRANCESCO FIUMARELLA: Ciao Gigi, come è nata la tua passione per il teatro e la comicità?
GIGI MISEFERI: Sin da bambino. Ricordo che avevo quattro anni quando mi impossessai del microfono del complesso musicale che animava il matrimonio di mia sorella e cominciai ad imitare il mitico Ruggero Orlando (quelli datati al “Carbonio 14” come me, lo ricorderanno) inviato del Telegiornale a New York. Correva l’anno 1970. Poi durante i miei trascorsi nei Boy Scout che ho frequentato per vent’anni, ho animato i fuochi di bivacco con le “Scenette” di cui ero protagonista, conseguendo il mio Brevetto Scout, quello di “Attore”.


FRANCESCO FIUMARELLA:Il Bagaglino è stato una vera fucina di talenti: come è stato lavorare con nomi così importanti della televisione italiana?
GIGI MISEFERI:Avere il privilegio di far parte della leggendaria Compagnia Teatrale del Bagaglino è stato come frequentare un Tempio Shaolin o essere forgiati al ghiaccio e al fuoco come accadeva ai giovanissimi spartani inviati ad essere plasmati nell’Agoghè. In questo caso trovarsi accanto a dei mostri sacri che io ammiravo in TV, le cui gag storiche conoscevo a memoria perché le ascoltavo sui dischi in vinile che acquistavo sin da adolescente, è stato come vivere la stessa emozione di un aspirante calciatore che da professionista, si ritrova a giocare nella propria Squdra del cuore.


FRANCESCO FIUMARELLA:Qual è il ricordo più bello o divertente che hai dei tuoi anni al Bagaglino?
GIGI MISEFERI:Dovrei uscire a fascicoli settimanali per rispondere a questa domanda. Uno dei ricordi più profondamente radicato è una vera e propria bacchettata che il mio grande Maestro Oreste Lionello mi diede “in pubblico”, dopo pochi mesi che ero al Bagaglino, in scena al Salone Margherita, riuscendo a rimproverarmi pesantemente perché ancora “masticavo le parole”, attraverso una “battuta” che solo lui poteva magicamente coniugare e contestualizzare allo sketch, facendo credere alla Platea che fosse “da copione” ma che io sentii arrivarmi addoso come una clava in testa, al punto che quando rientrai in camerino, dalla rabbia diedi un pugno nella parete. La sera dopo, mentre davanti allo specchio mi preparavo per andare in scena, il Maestro bussò ed io chiesi “Chi è”? Lei rispose “Sono Oreste” (eh già, perché a chiamarla Maestro eravamo noi ma Lei si è sempre presentato come “Oreste”) ed io dissi “La prego, Maestro, entri”. Aprì la porta, entrò e puntandomi il dito indice contro il viso mi disse: “Si ricordi che quando qualcuno le dice qualcosa, forse è perché tiene molto a lei. Diffidi di coloro che le daranno sempre una pacca sulle spalle e le diranno sempre che ha fatto bene”! Girò le spalle e uscì. Indimenticabile.

FRANCESCO FIUMARELLA:Il duo Battaglia e Miseferi ha lasciato il segno nella comicità italiana. Come vi siete conosciuti e come è nata la vostra collaborazione?
GIGI MISEFERI:Ci ha presentati un caro amico in comune che andava il classe alle scuole superiori con Giacomo e frequentava gli Scout con me. Io già da più di un anno animavo in qualità di Imitatore e Cabarettista le piazze di Reggio Calabria durante le Feste Patronali estive e alcuni Locali, mentre Giacomo cominciava a muovere i primi passi nella stessa direzione. Ci “annusammo” e dopo diversi mesi iniziò la nostra collaborazione nella tuttora più importante Radio di Reggio Calabria e provincia, Radio Touring 104 in cui proponevamo divertenti e per l’epoca innovativi sketch che successivamente decidemmo di portare in scena nel corso degli spettacoli estivi. Accumulata diversa esperienza, Ci presentato ai provini per “Stasera mo butto”, il primo Campionato per Imitatori condotto dal compianto amicone Gigi Sabani, che aveva come Autore e Regista Pierfrancesco Pingitore, il quale, dopo essere arrivati in finale, tra tutti i finalisti, ci notò e ci portò nella Compagnia del Bagaglino, con il quale debuttamo in Teatro al Salone Margherita il 18 ottobre 1990 e in TV il sabato sera su Rai 1 con “Crème Caramel” il 16 gennaio 1991. E da quel momento, prendemmo parte a numerosi spettacoli Teatrali e a tutte le Edizioni televisive successive fino al 2009.




FRANCESCO FIUMARELLA:Hai mai avuto un momento in cui hai pensato di cambiare strada o hai sempre saputo che il mondo dello spettacolo era il tuo destino?
GIGI MISEFERI:No, perché sin da ragazzo ho sempre lavorato all’interno del perimetro artistico come Imitatore, Attore Comico, Autore di Testi e Regista Teatrale e Televisivo.

FRANCESCO FIUMARELLA:Hai lavorato molto anche a teatro. Cosa cambia tra il recitare su un palcoscenico rispetto a farlo in TV?
GIGI MISEFERI:Il comune denominatore è lo Studio e lo strumento principale è la Memoria, senza di essi non è possibile ottenere risultati soddisfacenti.

FRANCESCO FIUMARELLA:Hai qualche aneddoto particolare su un’esibizione che non è andata come previsto?
GIGI MISEFERI:Sì, uno in particolare durante una Festa di Piazza, quando dopo dieci minuti di spettacolo, in una gag con Giacomo, per via di un movimento scenico previsto ma “finito male”, ho letteralmente scucito i pantaloni sul retro, andando così avanti per oltre un’ora con Giacomo che aveva assistito allo “sgarro” e faticava a continuare senza ridere per tutto il tempo.
FRANCESCO FIUMARELLA: Hai partecipato anche a film e fiction. C’è un ruolo che ti è rimasto particolarmente nel cuore?
GIGI MISEFERI:Il mio debutto cinematografico è stato nel 1991 con il film di Pingitore che denunciava gli intrighi Sanremesi “Gole rugggenti”. Ho sempre avuto la possibilità di interpretare Personaggi molto differenti tra loro. Mi è comunque rimasto impresso un cinquantenne Padre Pio in “Ci alzeremo all’alba” di Jean-Marie Benjiamin, trasmesso più volte in Rai e attualmente su Prime Amazon, le cui scene sono state girate a Piana Romana, frazione di Petrelcina, nel luogo in cui, si dice gli siano apparse le stigmate nel 1910. C’era un’atmosfera particolare tutto intorno ed una particolare energia.


FRANCESCO FIUMARELLA:C’è un genere che vorresti esplorare e che ancora non hai avuto l’occasione di fare? Magari un ruolo drammatico?
GIGI MISEFERI:L’ho già ricoperto, interpretando un uomo disturbato, violento e con una vistosa disabilità, realmente vissuto, tra i protagonisti del film “Quel che resta” sulle conseguenze degli effetti causati dal terremoto del 1908 che ha colpito Reggio e Messina, nel cuore Cast figurano Giancarlo Giannini e Franco Nero.

FRANCESCO FIUMARELLA:La comicità è cambiata molto negli anni. Come vedi oggi il mondo della satira rispetto ai tempi del Bagaglino?
GIGI MISEFERI:È cambiata parallelamente alla Società, purtroppo minacciata e condizionata da Woke Culture, Cancel Culture, Politically Correct i cui esasperati principi vorrebbero imbavagliare e costringere gli Autori ed io sono anche tra questi, a ragionare e pescare gli argomenti all’interno di un perimetro preciso, di un serbatoio, a discapito della creatività e genuinità dle pensiero. Ma la cosa più triste è pensare che il frutto del genio di grandi Artisti, Attori, Registi e Sceneggiatori che hanno fatto la storia della Comicità e della Satira, passato al setaccio da questi strumenti, sarebbe considerato “Illegale” se non addirittura “Criminale”.

FRANCESCO FIUMARELLA:Secondo te, c’è ancora spazio per una comicità come quella che facevate voi?
GIGI MISEFERI:No, la Comicità, come ho già risposto, è lo specchio dei tempi. Ma la fortuna è che ciò che è stato realizzato, grazie al web è stato comunque consegnato all’eternità.
FRANCESCO FIUMARELLA:Quali sono i comici o gli artisti che oggi ammiri di più?
GIGI MISEFERI:Guardo e amo molto le divertentissime Commedie Francesi, la cui Comicità ha una grande scuola che va da Fernandel a Louis De Funès. Oggi i protagonisti si chiamano Dany Boon e Kad Merad, di cui molti Film, ormai da anni diventano “remake” in Italia, segnale di una carenza di originalità e creatività.
FRANCESCO FIUMARELLA:Ti è mai capitato di dover modificare una battuta o uno sketch per paura di offendere qualcuno?
GIGI MISEFERI:Sì, certo. Sono molto attento da sempre ai contesti in cui mi esibisco e approfittando del fatto che sono Autore di me stesso, posso adattare i contenuti al contesto e mi guardo attorno. Non amo essere “standard”.
FRANCESCO FIUMARELLA:Stai lavorando a qualche nuovo progetto? Possiamo aspettarci qualcosa di nuovo da Gigi Miseferi?
GIGI MISEFERI:Ripartirò a breve con una collaborazione in Rai, dove pare sia stato apprezzato il mio ruolo da Inviato a “Italia Sì”, condotto da Marco Liorni che ho ricoperto per oltre tre anni. Dal 20 al 30 di marzo sarò in cartellone al Teatro Delle Muse di Roma con la brillante Commedia “Oggi è un altro giorno”.


FRANCESCO FIUMARELLA:Cosa consigli a un giovane che sogna di intraprendere la carriera di attore comico?
GIGI MISEFERI:Di prendersela con calma e studiare, in quanto è uno di quei Mestieri che non potrà essere sostituito dalla tecnologia, poiché l’ironia umana davanti agli effeti dalla sempre dilagante “Stupidità Naturale” non può essere replicata dall’Intelligenza Artificiale.
FRANCESCO FIUMARELLA:Se dovessi tornare indietro, c’è qualcosa che faresti diversamente nella tua carriera?
GIGI MISEFERI:Soffro di torcicollo e guardo sempre avanti. Provengo dalla Cultura Magnogreca della mia Reggio Calabria dove gli antichi Greci parlavano di “Katà Métron” (dentro la dimensione delle cose), collocarsi all’interno di una dimensione che ci gratifichi. E aggiungo io, senza lasciare mai sopire la voglia di migliorarsi. Oltretutto, ricordiamoci che a voltarsi indietro si rischia di “rimanere di sale” come accade alla biblica moglie di LOT. E non è il caso, visto che per arrivare fin qui mi sono già fatto in “QUATTR!”

