Oggi ho il piacere di intervistare l’amico Regista e Sceneggiatore, Daniele Barbiero, Insignito del “Premio Vincenzo Crocitti International -Vince Award” in occasione della VI Edizione 2018. Il 16 Ottobre 2025 uscirà il film internazionale da lui diretto “Squali” distribuito da “Eagle Pictures”

Intervista:
FRANCESCO FIUMARELLA: Daniele, il tuo film Squali con James Franco è in prossima uscita: come nasce l’idea di questo progetto?
DANIELE BARBIERO: Squali è tratto dal romanzo “Gli Squali” di Giacomo Mazzariol e tramite la mia agente ho saputo che Eagle e Camaleo cercavano un regista under 35 per dirigere l’adattamento. C’è stato un casting tra diversi registi e sono stato scelto: la cosa divertente è che il set sarebbe stato appena due mesi dopo! Ho chiesto la possibilità di poter mettere mano alla sceneggiatura di Mauro Graiani, che aveva un’ottima struttura ma avevo bisogno di avvicinarla a me, così ho coinvolto Costanza Bongiorni con cui collaboro da anni e siamo partiti.

FRANCESCO FIUMARELLA: Com’è stato lavorare con un attore internazionale come James Franco? C’è qualche aneddoto dal set che ricordi con piacere?
DANIELE BARBIERO: Fin da quando ho letto il libro ho pensato che per quel ruolo sarebbe servito un attore americano, poiché avrebbe portato molta più credibilità ad un imprenditore del mondo delle app, almeno per il grande pubblico. Appena c’è stata l’opportunità di lavorare con James Franco, ammetto di aver fatto di tutto per riuscire a portarlo all’interno del progetto e sono contento che Roberto Proia e Roberto Cipullo sono stati del mio stesso parere. L’aneddoto che ricordo con più piacere riguarda uno scherzo che ho organizzato al mio direttore della fotografia, Andrea Reitano: ho chiesto a James di indossare un dente dorato nella prova di un’inquadratura a insaputa di Andrea, grande fan del film Spring Breakers. Il risultato è stato esilarante!

PH :
Emanuele Giacomini

FRANCESCO FIUMARELLA: Quali temi o messaggi principali hai voluto trasmettere attraverso questa storia?
DANIELE BARBIERO: La narrazione della società attuale ci dice di non fermarci mai, seguire tempistiche prestabilite e prendere delle scelte. Questa è la tematica principale del film: tale pressione sociale ci impone di muoverci costantemente, quando a volte sarebbe più sano e costruttivo fermarsi e prendersi il tempo che ci serve. Ovviamente ci sono altre sotto-tematiche che mi sono care e puntualmente ritornano nei miei lavori: l’ambizione, il rapporto genitori-figli o ancora l’analisi di come vivere alcuni rapporti. Anche se devo ammettere che oltre alle tematiche guardo molto alla scrittura dei personaggi nei film, fanno la differenza.
FRANCESCO FIUMARELLA: Pensi che il film possa aprirti le porte a nuove collaborazioni internazionali?
DANIELE BARBIERO: Difficile. Ovviamente non mi dispiacerebbe e mai dire mai, ma allo stato attuale il nostro mercato è piuttosto chiuso e spero che le cose possano cambiare. Il pubblico ha bisogno di storie diverse e dovremmo cercare di realizzare prodotti appetibili anche per i mercati esteri, senza perdere la nostra italianitá.
FRANCESCO FIUMARELLA: Quando hai capito che il cinema sarebbe stato il tuo linguaggio espressivo?
DANIELE BARBIERO: È un sogno che covo fin da bambino ma lo vedevo un po’ lontano come fare l’astronauta.. man mano però si è accesa dentro di me quella fiammella che ti permette di resistere agli urti che inevitabilmente subisci in un settore così particolare. Più vedevo film e più capivo che iniziavo a “leggerli” con una prospettiva diversa, interrogandomi su come io avrei raccontato questa o quella storia. Oltre alla passione però il nostro lavoro è molto pratico e non è detto che ciò che ami sia qualcosa che ti riesce bene, ma fortunatamente il set è l’ambiente in cui mi sento più a casa: non ne posso fare a meno!

FRANCESCO FIUMARELLA C’è stato un momento o un film che ti ha fatto dire: “Voglio diventare regista”?
DANIELE BARBIERO: Dirlo a se stessi forse è più facile che dirlo agli altri, anche perché ci vuole tanto tempo e molta pazienza per arrivare a fare il regista a tempo pieno. Io però ho sempre lavorato per riuscire a intraprendere questa strada, con l’incertezza della riuscita ma con la sicurezza che non avrei mai mollato. Ad ogni modo non credo ci sia stato un momento specifico, piuttosto è un’idea che si è radicata in me mano a mano che provavo ad avvicinarmi a questo settore, guardando il meccanismo di un set mentre lavoravo come assistente in produzione o in regia.


FRANCESCO FIUMARELLA: Nel 2018 sei stato premiato con il “Premio Vincenzo Crocitti International -Vince Award” da me istituito, cosa hai provato in quel momento e che significato ha avuto per te come giovane regista emergente di allora?
DANIELE BARBIERO: I premi sono importanti ma io li ho sempre visti come un punto di partenza. Non nascondo che faccia piacere ma tendo a essere sempre proiettato in avanti! Il premio Vincenzo Crocitti International è stato piacevole perché porta il nome e la memoria di un attore sottovalutato che ha lasciato molto soprattutto alle persone che l’hanno conosciuto e anche perché esulava da un mio lavoro specifico. In quel periodo avevo vinto molti premi con i miei cortometraggi Mirror e The Essence of Everything, mentre quel premio andava direttamente a me come regista emergente e non era per nulla scontato.

FRANCESCO FIUMARELLA Guardando oggi a quel premio, pensi che sia stato un punto di svolta nella tua carriera?
DANIELE BARBIERO: Sicuramente è coinciso con un’annata davvero molto importante per me. Avevo girato il mio ultimo cortometraggio e un produttore mi aveva opzionato per un film che poi non si è girato, quindi lo ricordo con piacere!
FRANCESCO FIUMARELLA: Quali sono state le sfide principali nel passaggio dai primi lavori indipendenti a una produzione di livello internazionale come Squali?
DANIELE BARBIERO: In realtà le sfide sono quasi sempre le stesse: hai poco tempo e devi riuscire a centrare il cuore di quello che vuoi raccontare e farlo all’interno delle ore che hai a disposizione nelle giornate, che sono sempre un susseguirsi di imprevisti, da cui però spesso nascono le idee migliori. Ad ogni modo ho preso Squali come avevo affrontato Clan, la serie che ho diretto l’anno prima ed è disponibile su RaiPlay e Netflix, o i miei cortometraggi ancor prima. Ovviamente aumentano le possibilità e le responsabilità che ne conseguono, ma devo ammettere che mi esalto in situazioni di stress. Dalla tua hai grandi nomi, dal grande cast (oltre a James Franco, ci sono Lorenzo Zurzolo, Francesco Centorame, Francesco Gheghi, Ginevra Francesconi e tanti altri bravissimi attori) fino ai costumi di Massimo Cantini Parrini, a cui dissi su un set in cui facevo da assistente che un giorno l’avrei chiamato per curare i costumi di un mio film e così ho fatto! Ovviamente gran parte della troupe è la stessa di sempre e si creano forti sinergie: oltre al dop che ho citato, sono riuscito a portare con me il montatore Gianluca Conca, con cui collaboro da oltre dieci anni. Non è scontato riuscirci su un’opera prima e devo ringraziare la produzione per avermelo permesso.





DANIELE BARBIERO: Parlo spesso con i giovanissimi che vogliono approcciare a questo lavoro e gli faccio presente che non sarà per nulla facile saper resistere agli urti che necessariamente incontreranno nel loro percorso. Percorso che è diverso per ciascuno, non c’è una strada prestabilita e questo è un po’ il bello e il brutto di questo mestiere. Non avere un’idea di sicurezza e una strada già tracciata davanti può spaventare, quindi bisogna volerlo e crederci con tutto te stesso, anche quando gli altri non lo faranno. Però l’elettricità di quando sei sul set e stai realizzando qualcosa che prima era solo un’idea nella tua testa, beh quella è impagabile.


FRANCESCO FIUMARELLA: Ci sono registi o film che ti hanno ispirato particolarmente nel tuo percorso?
DANIELE BARBIERO: Indubbiamente. Sono cresciuto con i film di Spielberg, la sensazione di “meraviglia” che provi quando vedi un dinosauro per la prima volta o la bicicletta di ET spicca il volo è una delle cose che più mi emoziona in sala. Di altri film del cuore posso citarti The Truman Show, Whiplash e la filmografia di Chazelle, Drive, C’era una volta in America, Interstellar e Il cavaliere oscuro di Nolan, i thriller di Fincher. Ovviamente sono sempre attento alle nuove uscite, quest’anno ho amato Better Man, L’amour ouf e Weapons.
FRANCESCO FIUMARELLA:Dopo Squali, quali altri progetti hai in cantiere?
DANIELE BARBIERO: Sto lavorando ad una nuova sceneggiatura di lungometraggio sempre con Costanza Bongiorni, vediamo se sarà il mio secondo film. Il passaggio tra il primo e il secondo film è delicato ancor di più dell’opera prima a mio avviso. Riguardo ad altri progetti abbiamo un film già scritto che è qualcosa che in Italia non si è mai fatto e a cui siamo davvero molto legati e vorremmo portarlo alla luce quando i tempi saranno maturi. Sono interessato anche alla serialità e qualora mi dovessero arrivare delle proposte le valuterei attentamente.
FRANCESCO FIUMARELLA: Ti vedi più orientato a lavorare in Italia o all’estero nei prossimi anni?
DANIELE BARBIERO: Una volta forse guardavo più all’estero, come aspirazione, ad oggi invece ti rispondo che mi piacerebbe far parte di un possibile cambiamento del nostro cinema. C’è bisogno di storie nuove e uno sguardo fresco, vediamo cosa riusciremo a fare.
FRANCESCO FIUMARELLA: Che consiglio daresti ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di regista oggi.
DANIELE BARBIERO: Parlo spesso con i giovanissimi che vogliono approcciare a questo lavoro e gli faccio presente che non sarà per nulla facile saper resistere agli urti che necessariamente incontreranno nel loro percorso. Percorso che è diverso per ciascuno, non c’è una strada prestabilita e questo è un po’ il bello e il brutto di questo mestiere. Non avere un’idea di sicurezza e una strada già tracciata davanti può spaventare, quindi bisogna volerlo e crederci con tutto te stesso, anche quando gli altri non lo faranno. Però l’elettricità di quando sei sul set e stai realizzando qualcosa che prima era solo un’idea nella tua testa, beh quella è impagabile.

