Con “Io sono la fine del mondo“, Angelo Duro attraverso la sua inconfondibile comicità cinica e il black humor, ci conduce in un viaggio ironico ma profondamente riflessivo, incarnando il personaggio di Angelo: un giovane uomo che affronta la vita con un approccio distaccato, spietatamente sincero e senza alcun filtro.

Il protagonista, con la sua fredda crudeltà e la brutalità delle sue parole, diventa un megafono di ciò che molti pensano, vorrebbero dire e fare, ma non osano. Angelo vive con una sincerità disarmante che lo rende tanto disturbante quanto affascinante. È un antieroe che provoca disagio e ci costringe a riflettere su noi stessi, sulle convenzioni sociali e sul valore della verità.

La scrittura del film è divertente, con dialoghi taglienti che mescolano umorismo nero e critiche alla società contemporanea. Ogni battuta, per quanto apparentemente leggera, nasconde una lama affilata che scava nei tabù, nelle ipocrisie e nei compromessi quotidiani.

La Regis di Gennaro Nunziante mantiene un ritmo scorrevole che riflette il carattere crudo e diretto del protagonista. Angelo Duro domina la scena restando sempre se stessi con naturalezza, capace di far ridere, inquietare e, soprattutto, pensare.

“Io sono la fine del mondo” è  una lezione di autenticità in un mondo spesso ingabbiato dalle apparenze, falsità e ipocrisie. Un’opera che non teme di osare per un pubblico amante del genere e lo stile di Duro.