Oggi ho il piacere di intervistare l’amico Attore, Maurizio D’Agostino, Insignito del “Premio Vincenzo Crocitti International -Vince Award in occasione della VII Edizione 2019”

Intervista:
FRANCESCO FIUMARELLA: Ciao Maurizio,cosa ti ha spinto a diventare un attore? C’è stato un momento specifico in cui hai capito che questa sarebbe stata la tua strada?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Devo tornare ai tempi della Banca, ormai “molti anni fa”. Un collega un giorno all’improvviso mi chiese se mi sarebbe piaciuto “fare Teatro”. Presi la cosa come uno scherzo, una battuta, e gli consigliai di farsi vedere da un Dottore, e pure bravo.
Non avevo nessuna esperienza, se non la recita parrocchiale, e lui invece era già scrittore, poeta, autore teatrale. Divenne mio “Fratello”, LUIGI AMENDOLA, Premio Montale per la Poesia nell’anno 1986.Così iniziò la nostra avventura ed avemmo come Maestro, cosa incredibile, Gastone Moschin e, a seguire, un indimenticabile Mario Maranzana. Nel 1997 Luigi è andato a scrivere per gli Angeli lasciandomi un vuoto incolmabile ed ho capito che, anche per Lui, dovevo continuare. Ho frequentato l’Accademia Sharoff ed iniziato ad aver un approccio professionale con i palcoscenici di Roma e d’Italia.
FRANCESCO FIUMARELLA:Qual è stato il ruolo più difficile che hai interpretato fino a oggi e perché?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Nel 2013 ho girato la video-clip dei Velvet, “La razionalità”, con la regia di Saku, insieme a Giulia Bevilacqua e Piergiorgio Bellocchio. Quell’anno la video-clip vinse il Premio PIVI come migliore dell’anno. Fu un lavoro emotivamente molto impegnativo; detto in breve, interpretavo un personaggio che oscillava tra pazzia e genialità, un vecchio scienziato alla ricerca della formula per scomparire; una storia ispirata alle grandi serie americane.
FRANCESCO FIUMARELLA:Quando ti prepari per un nuovo personaggio, qual è il tuo processo creativo? Hai qualche tecnica
particolare per immergerti completamente nel ruolo?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Il mio processo creativo è forse in contrasto con il famoso “Metodo attoriale Stanislavskij” che si basa (testuale) “sull’approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di affinità tra il mondo interiore del personaggio e quello dell’attore”. Pur facendo un lavoro di immedesimazione, il personaggio lo gestisco io, ovviamente nel pieno rispetto delle indicazioni registiche; mi piace cercarlo, riconoscerlo, come se inconsciamente sia io a vederlo muovere sulla scena, preparandomi ad un appuntamento ed alla fine è lui che mi trova.
FRANCESCO FIUMARELLA:C’è un regista o un collega con cui hai lavorato che ti ha particolarmente influenzato nel tuo percorso artistico?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Per affetto, stima ed amore professionale ricordo le regie che ci fece – in incognito – il grande Gastone Moschin. Vederlo gestire il nostro “Gruppo” con velleità teatrali in maniera assolutamente professionale, pur consapevole che non doveva solo dirigerci ma anche e soprattutto insegnarci a recitare, è stato straordinario; il suo amore per l’arte e l’energia che emanava ci facevano sognare ad occhi aperti.
FRANCESCO FIUMARELLA:Quali emozioni provi quando vedi il risultato finale di un progetto su grande schermo o in teatro? C’è mai stato un film o uno spettacolo che ti ha sorpreso per come è venuto?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Sono abbastanza critico con me stesso e penso quasi sempre che avrei potuto fare meglio. Certo noi sappiamo se siamo andati in scena con tutto il peso del personaggio sulla nostra pelle e poi, come diceva una docente della Silvio D’Amico a Gastone Moschin, “…se ti sudano le chiappe, hai lavorato come si deve”. Molti anni dopo sono stato sorpreso da una commedia francese di Leandri e Wallace “Il matrimonio nuoce gravemente alla salute” con la Regia di Massimo Natale. Un testo brillante che si prestava all’equivoco, alla sorpresa, molto movimentato ma sincronizzato. C’era anche il momento in cui noi attori, a turno, scendevamo tra il pubblico, ognuno di noi con un suo monologo improvvisato che entrò poi a far parte del testo. Era un divertissement che coinvolgeva tutti. Senza tralasciare il particolare che io, per tre-quarti della commedia, rimanevo in box rossi. Approfitto per mandare un saluto lassù alla splendida e brava Silvia Delfino.
FRANCESCO FIUMARELLA:Come gestisci le aspettative del pubblico e della critica? Quanto influenzano il tuo approccio al lavoro?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Le aspettative sono sempre una sorpresa, non ci penso più di tanto altrimenti mi verrebbe l’angoscia, quindi massimo rispetto per l’accoglienza del pubblico. Poi ognuno di noi fa le sue riflessioni.
L’importante è sapere di aver dato tutto quello che si poteva e doveva.FRANCESCO FIUMARELLA:Hai mai interpretato un personaggio con cui non ti sei sentito in sintonia? Se sì, come hai affrontato questa sfida?
FRANCESCO FIUMARELLA: Hai mai interpretato un personaggio con cui non ti sei sentito in sintonia? Se sì, come hai affrontato questa sfida?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Non credo che sia tanto una questione di sintonia. Nel nostro lavoro, se accettiamo di fare certi ruoli, li dobbiamo affrontare. Con gli anni impariamo ad indossare con meno fatica abiti mentali che non ci appartengono ma che facciamo nostri nel percorso di costruzione del personaggio. Alla fine quelli che sono lontani da noi per carattere, personalità e indole sono i più affascinanti perché diventa una vera sfida interpretarli.
FRANCESCO FIUMARELLA:Tra tutti i personaggi che hai interpretato, c’è qualcuno che ti è rimasto particolarmente nel cuore?
MAURIZIO D’AGOSTINO:L’ultimo personaggio interpretato è solitamente quello che ti rimane dentro; nel mio caso è il “don Luigi” – sacerdote fasullo - della Serie “Rocco Schiavone”. Un prete divertente alle prese con 3 straordinari ragazzini che interpretano Rocco ed i suoi amici da piccoli. In realtà tutti i personaggi ci restano nel cuore perché alla fine ciascuno di loro ci ha lasciato qualcosa.
FRANCESCO FIUMARELLA:Se potessi scegliere qualsiasi ruolo o genere da interpretare in futuro, cosa ti piacerebbe sperimentare?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Un film che sia lontano dalla nostra realtà, che sia storico o di fantascienza; un film in cui si è costretti a muoversi, a pensare, senza avere alcun riferimento alla nostra epoca.
FRANCESCO FIUMARELLA:Nel corso della tua carriera, hai mai pensato di dedicarti anche alla regia o alla sceneggiatura?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Confesso di non averci mai pensato. Comunque sarei più attratto dalla Regia.
FRANCESCO FIUMARELLA:Come mantieni l’equilibrio tra la tua vita personale e quella professionale, considerando le richieste del mondo dello spettacolo?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Non sono un frequentatore ossessivo compulsivo di Prime Teatrali o Cinematografiche o un “imbucato seriale” in qualche vernissage, ovviamente a meno che non sia invitato; se ricevi un invito sai che a qualcuno fa piacere e quindi… perché no?
FRANCESCO FIUMARELLA:C’è un messaggio o un tema particolare che speri di trasmettere attraverso i tuoi ruoli?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Ogni ruolo contiene messaggi positivi o negativi che noi, in quanto attori, dobbiamo saper trasmettere in tutta la loro essenza. Oggi santo, domani diavolo, insomma… uno, nessuno e centomila.
FRANCESCO FIUMARELLA:Come ti rapporti con il successo e la fama? Quanto ha cambiato la tua vita e come lo gestisci?
MAURIZIO D’AGOSTINO:Sinceramente non so quanto mi appartengano questi aspetti, mi considero onestamentee convintamente un attore che fa questo mestiere con tanta passione, amore e gratitudine. Quando sono su un set o su un palcoscenico mi sento felice come un bambino al Luna Park e mi considero fortunato perché ho avuto l’occasione di lavorare con grandi attori e attrici. Sono stato il papà di Elio Germano in una Sit-com; un cardinale, un mafioso e un medico con Franco Nero in tre film diversi; il portiere della casa dove abitava Sophia Loren (persona simpaticissima, abbiamo scherzato e parlato tutta la mattina in napoletano); il marito di Catherine Spaak (una delicata e grande signora); un fastidioso passeggero di crociera con Gigi Proietti (Maestro ineguagliabile); ecc. Sono stato diretto da Michele Placido, Alberto Ferrari, Gianluca Tavarelli, Cinzia Torrini, Claudio Norza, Tiziana Aristarco, Mauro Mancini e Giovanni Anfuso, Recentemente sono stato diretto da Monica Vullo e Riccardo Mosca in una fiction con Vanessa Incontrada e Marco Bonini che uscirà a febbraio 2025.
MAURIZIO D’AGOSTINO:Sinceramente non so quanto mi appartengano questi aspetti, mi considero onestamentee convintamente un attore che fa questo mestiere con tanta passione, amore e gratitudine. Quando sono su un set o su un palcoscenico mi sento felice come un bambino al Luna Park e mi considero fortunato perché ho avuto l’occasione di lavorare con grandi attori e attrici. Sono stato il papà di Elio Germano in una Sit-com; un cardinale, un mafioso e un medico con Franco Nero in tre film diversi; il portiere della casa dove abitava Sophia Loren (persona simpaticissima, abbiamo scherzato e parlato tutta la mattina in napoletano); il marito di Catherine Spaak (una delicata e grande signora); un fastidioso passeggero di crociera con Gigi Proietti (Maestro ineguagliabile); ecc. Sono stato diretto da Michele Placido, Alberto Ferrari, Gianluca Tavarelli, Cinzia Torrini, Claudio Norza, Tiziana Aristarco, Mauro Mancini e Giovanni Anfuso, Recentemente sono stato diretto da Monica Vullo e Riccardo Mosca in una fiction con Vanessa Incontrada e Marco Bonini che uscirà a febbraio 2025.











FRANCESCO FIUMARELLA: Quale consiglio più importante hai ricevuto all'inizio della tua carriera e che ancora oggi tieni a mente?
MAURIZIO D’AGOSTINO:E’ un lavoro che se non hai passione e abnegazione e un tantino di fortuna è difficile da fare.
FRANCESCO FIUMARELLA:Quale consiglio daresti a un giovane attore che sta cercando di farsi strada in questo settore?
MAURIZIO D’AGOSTINO: “…e ricordati, oggi lavori, domani chissà?” Tutto il resto sono consigli ovvi. Studia, impegnati, insomma “fatti sudare le chiappe.”


